... dottore che sintomi ha la felicità?

Sunday, November 23, 2008

L’amore è stato per me un'illuminazione. Gettare luce per lasciar vedere le sfumature più che i contorni.

Amare è come una droga: all'inizio viene la sensazione di euforia, di totale abbandono. Poi il giorno dopo vuoi di più. Non hai ancora preso il vizio, ma la sensazione ti è piaciuta e credi di poterla tenere sotto controllo. Pensi alla persona amata per due minuti e te ne dimentichi per tre ore. Ma, a poco a poco, ti abitui a quella persona e cominci a dipendere da lei in ogni cosa. Allora la pensi per tre ore e te ne dimentichi per due minuti. Se quella persona non ti è vicina, provi le stesse sensazioni dei drogati ai quali manca la droga. A quel punto, come i drogati rubano e s'umiliano per ottenere ciò di cui hanno bisogno, sei disposto a fare qualsiasi cosa per amore.
(Paulo Coelho)
Poi mi rimane quel fastidioso retrogusto di malinconia quando ci eravamo ripromessi di vederci e invece non possiamo farlo. No no. Non ce l'ho con te... lo sai che odio l'idea che venendo qua trascuri le tue cose... però mi sento un po' di solitudine addosso. Mi sembra di iniziare la settimana con uno stimolo in meno senza la tua visitina la domenica sera. Mi dico solo che le vacanze e i nostri giorni arriveranno. Con un pizzico di pazienza. E mi devo mettere a studiare un po' di più. Non ho più voglia di piangere. Anche se ho scoperto che ogni tanto con le lacrime mi libero. Oh che palle... sempre le solite menate. Tutti sono andati a vedere quel film che volevo vedere anch'io e inizio a rimuginare sul fatto che forse quel film posso benissimo non vederlo... mi dà sui nervi che tutte le persone facciano le stesse identiche cose. Un po' di personalità cazzo. Così come il fatto che tutti cercano di essere quello che non sono. Forse la cosa mi dà fastidio perchè una volta anch'io volevo essere un'altra... Poi ho imparato ad accettarmi per quella che sono. Alla fin fine per la maggior parte delle volte non mi piaccio ma che ci devo fare? Mi prendo così... e cerco di migliorarmi ma solo se posso trarre qualche diciamo "beneficio" da me stessa. Andare a prendere le parole, i pensieri, i vestiti, le idee, la musica dei miei amici o conoscenti è un metodo odioso!!! Poi darebbe fastidio a loro. Così come quello che scrivo... è mio. Guaia a chi me lo tocca... è tutto mio. Al pensiero che qualcuno possa rubarmi anche le parole mi viene da piangere. Quello che scrivo è forse l'unica cosa di cui vado veramente fiera. Forse una delle poche cose per cui mi sento di dire che "me la cavo". Nessuno me l'ha mai detto in faccia però. Tutti me lo scrivono a loro volta... i professori sui temi, i miei amici su commenti o messaggini... vorrei sentirmi dire da qualcuno che smuovo l'anima... che faccio pulsare le vene e vibrare le corde vocali... non credo che riuscirei mai a scrivere niente di così coinvolgente... ma vorrei solo far provare qualche emozione vera a qualcuno. Mentre nella maggior parte dei casi mi vedo davanti solo facce impassibili. Alla fine mi viene il nervoso si, ma ciò che conta veramente è che sia io ad emozionarmi. Come quando ballavo, come quando ascolto quella musica, come quando mi dici una sola piccola stupida cosa minimamente carina, come quando mia mamma mi abbraccia, come quando leggo quella lettera, come quando scrivo solo per me. Come quando ti dico ti amo. Ti.dico.ti.amo.

Thursday, November 13, 2008

La felicità è dentro di noi.



"Leggero nel vestito migliore senza andata né ritorno, senza destinazione. Leggero nel vestito migliore, sulla testa un po' di sole ed in bocca una canzone".

Quanto mi mancavano tutte queste risate... E da quanto. Ho perso il conto di tutto. Ma basta con le domande. A volte le risposte è sufficiente viverle.

Sunday, November 02, 2008

Sei la mia vita.

Allora non mi sono posto tutte queste domande, ed ho solo pensato a tutti i momenti in cui ti attesi senza saperlo e a tutte le volte in cui ti trovai senza cercarti, che somigliavano al silenzio, alle parole delle pagine strappate di un libro, ad una musica lontana, quasi immaginata ed al sorriso senza perché di una bambina che corre in bicicletta, tutti quei momenti in cui prima di scappare via restai un po’ a spiare la felicità, e poi interi giorni riscaldati da un solo sguardo, dal mistero di due occhi e dai loro discorsi silenziosi.Così allora ho riso un po’ anch’io, perché mi sono tornate alla mente tutte le volte in cui le nostre strade si sono sfiorate. Erano sempre momenti sbagliati. T’incontravo sempre dopo le cose, quando i piedi facevano male e le maglie erano gia troppo sgualcite; proprio come in quel giorno di luglio...
E’ strano, a volte la vita sa davvero trovare modi bizzarri per ritornare.
Luigi Ventriglia